Province, 10 anni dopo la riforma Delrio: la maggioranza dei toscani ne boccia gli effetti

Data:
16 Giugno 2025

Province, 10 anni dopo la riforma Delrio: la maggioranza dei toscani ne boccia gli effetti

Presentati oggi i risultati dell’indagine Demopolis per Upi Toscana

A dieci anni dalla Riforma Delrio e dalla legge regionale 22/2015 che hanno profondamente modificato il ruolo delle Province, la Toscana si interroga sul futuro di questi enti, partendo da un dato chiaro: per la maggioranza dei cittadini toscani il ridimensionamento delle Province è stato un errore. Lo evidenzia l’indagine promossa da Upi Toscana e condotta dall’Istituto Demopolis, presentata oggi a Firenze presso l’Istituto degli Innocenti durante l’Assemblea Generale dell’Unione delle Province Toscane.

La ricerca, illustrata dal presidente di Upi Toscana Gianni Lorenzetti e dal direttore di Demopolis Pietro Vento, ha analizzato in profondità l’opinione dei cittadini, degli stakeholder regionali e di un campione rappresentativo di amministratori pubblici locali. Il quadro che ne emerge è netto: il 52% dei cittadini giudica negativamente la riforma, percentuale che sale all’83% fra sindaci e consiglieri comunali. Non solo: per il 72% dei toscani, la riforma non ha migliorato la qualità dei servizi pubblici, mentre l’84% degli stakeholder conferma un sostanziale fallimento rispetto agli obiettivi iniziali di risparmio e performance. 

“La ricerca – dichiara il presidente di Upi Toscana Gianni Lorenzetti – conferma quanto noi amministratori viviamo ogni giorno nei territori: senza risorse e competenze adeguate le Province non sono messe in condizione di svolgere pienamente le loro funzioni, fondamentali per la vita delle comunità locali. Oggi, a dieci anni dalla riforma, è evidente che serva un ripensamento serio e condiviso. I cittadini chiedono più rappresentanza, più efficienza, più prossimità: e la Provincia, con elezione diretta e un adeguato sostegno economico, può tornare ad essere quel livello intermedio indispensabile tra Comuni e Regione”.

Tra i temi emersi con maggiore forza, la percezione di un netto peggioramento nella gestione delle strade, nella pianificazione territoriale e nell’edilizia scolastica. Anche per questo, il 60% dei cittadini e il 75% degli amministratori locali ritiene sia necessario tornare all’elezione diretta dei Presidenti e dei Consigli provinciali, per rafforzarne la legittimazione democratica e il radicamento nei territori.

Il Presidente di Upi, Pasquale Gandolfi, ha voluto sottolineare l’urgenza di restituire alle Province un ruolo chiaro e funzioni mirate alla programmazione dei servizi sui territori. “Giornate di confronto come quella di oggi, che vede insieme Governo, Regioni, Province e Comuni, sono essenziali per ricostruire quel quadro di sistema istituzionale che è stato reso fragile dalla Legge 56/14. A Governo e Parlamento – ha aggiunto Gandolfi – chiediamo di portare a termine al più presto quegli interventi che si possono fare, anche in questa fase della legislatura, per restituire alle Province funzioni chiare con le risorse necessarie per esercitarle, una governance che assicuri stabilità all’ente e la possibilità di assumere il personale altamente qualificato indispensabile per rafforzare le strutture. Ma noi crediamo che in questo processo possano avere un ruolo fondamentale anche le Regioni e la proposta di legge regionale che presentiamo oggi – ha detto Gandolfi – ha l’obiettivo di aprire sui territori tavoli di confronto per rivedere le leggi regionali che dieci anni fa hanno dovuto dare attuazione alla Legge 56/14. Ci sono funzioni che sono di livello provinciale perché solo a quel livello possono offrire servizi efficienti ottimizzando al meglio le risorse a disposizione”.

Upi Toscana ribadisce, alla luce di questi dati, la necessità di aprire una riflessione pubblica ampia e concreta sul futuro delle Province, superando le logiche emergenziali e restituendo loro un ruolo centrale nella programmazione e nella gestione dei servizi fondamentali per i cittadini.

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Ultimo aggiornamento

16 Giugno 2025, 10:21